Assolutamente nessuna pretesa di
esaurire in poche righe un argomento tanto vasto da occupare libri interi, ma
solo il desiderio di fornire al veterinario una piccola guida che gli permetta
di affrontare l’emergenza e di fornire al proprietario indicazioni utili sullo
sviluppo e l’esito della patologia.
ALLA BASE DI QUANTO
SOTTO DEVE SEMPRE E COMUNQUE ESSERCI UNA BUONA VISITA CLINICA CHE EVIDENZI
CORRETTAMENTE PALLORE DELLE MUCOSE, TEMPO DI RIEMPIMENTO CAPILLARE, ECC.
Prime 2-3 ore dall’evento
traumatico:
non si riscontrano alterazioni
nell’emogramma, quello che varia è solo il volume circolante, non la
composizione del medesimo. Siamo perciò di fronte ad un sangue normocitico e
normocromico. Niente di più e niente di meno. La contrazione splenica si incarica
di mantenere uno stato di equilibrio.
Allora perché eseguire un emocromo?
Semplice: è il primo fotogramma del
filmato che dobbiamo avere.
Dalla seconda/terza ora alla
dodicesima ora circa l’organismo rimpiazza il volume liquido andato perso e di
conseguenza abbiamo anche una significativa diminuzione delle Proteine Totali
circolanti per emodiluizione (anche la fluidoterapia ottiene lo stesso
risultato)
Dalla dodicesima alla
settantaduesima ora circa troviamo la reazione del midollo osseo con presenza in
circolo di Eritroblasti e Reticolociti.
Dal quarto giorno in poi l’organismo
lavora per ripristinare l’Ematocrito ai livelli di partenza (il massimo si ha
in quinta/sesta giornata), il processo dura da una a tre settimane.
Se le perdite ematiche sono intracavitarie
i 2/3 del sangue perso viene riassorbito per via linfatica entro le prime 24
ore, il rimanente entro 2-3 giorni.
Se le perdite sono intratissutali il
sangue stravasato viene scisso ed i pigmenti biliari che si formano causano
ittero che può erroneamente far pensare ad un processo emolitico.
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